Gli organi di senso come porte della coscienza.
Il dott. Qing Li, medico e ricercatore Giapponese, ritenuto, insieme al dott. Yoshifumi Miyazaki, il padre dello Shinrin-Yoku (o bagno di Bosco), descrive questa pratica con queste semplici parole: “Lo shinrin-yoku è l’arte di comunicare con la natura attraverso i cinque sensi”.
Vista, udito, olfatto, gusto, tatto, insieme a molti altri sensi che non varcano la soglia della consapevolezza, allargano la nostra coscienza attraverso l’esperienza.
I cinque sensi sono le porte della nostra coscienza ed usarli in modo consapevole, “in presenza” costante e attenta, attiva aree cerebrali annichilite da uno stile di vita che ci porta a trascorrere più del 90% della nostra giornata in ambienti chiusi.
Il dott. Qing Li afferma che trascorrendo molto del nostro tempo al chiuso, ci riduciamo ad usare solo due sensi: la vista e l’udito, con la conseguenza di impoverire le afferenze che potrebbero stimolare il nostro cervello, con conseguenze inimmaginabili sul nostro stato generale di salute.
Per questo, le linee guida della pratica del “bagno di bosco” stilate da A.I.Me.F (Associazioni Italiana di Medicina Forestale) sulla falsa riga dei protocolli giapponesi, dedicano uno spazio importante all’esercitare in modo consapevole i cinque sensi, producendo in tal modo un terapeutico stato di presenza della nostra Coscienza: il Qui ed Ora che ci cura.
Siamo da poco entrati nella stagione più calda dell’anno, in cui è tanto liberante spogliarci di abiti e scarpe cui l’animale Uomo è costretto a ricorrere per proteggersi dal freddo: la stagione ideale per sperimentare l’arte di camminare a piedi nudi nel bosco.
Tra gli organi di senso di cui facciamo esperienza nel corso delle Immersioni Forestali, ho scelto perciò di approfondire un particolare aspetto del “tatto”: la connessione con Madre Terra attraverso le piante dei nostri piedi spogliati dalle scarpe.
Se vi è possibile, sedetevi su un prato, basta davvero anche un piccolo pezzo di terra, togliete le scarpe e leggete ciò che segue con i piedi nudi ben appoggiati al terreno: vi stupirete di che dono di salute è per il nostro corpo questo semplice gesto che ognuno può fare ogni giorno, non appena ha un ritaglio di tempo e un fazzoletto di prato. Tutto a costo zero.
Camminare scalzi nel bosco è un’arte!
“ Le scarpe sono l’invenzione più pericolosa nella storia dell’umanità”: è una citazione che può apparire paradossale e provocatoria se paragonata a ben altre pericolose invenzioni, ma ha un suo fondo di profonda verità.
L’uomo non è nato con i piedi calzati di scarpe. Siamo stati creati per camminare a piedi nudi.
Durante la nostra evoluzione siamo rimasti costantemente in contatto con la carica elettrica del pianeta e con i campi elettromagnetici sottili da questa generati. Per millenni abbiamo camminato scalzi oppure con calzari fatti di legno o di pelli , tutti materiali non isolanti, che non interrompevano lo scambio energetico con la Terra.
La memoria del nostro corpo tutto ciò lo ricorda molto bene.
La vita moderna ci ha allontanato dalla nostra naturale fonte di energia: viviamo in edifici sempre più alti e lontani dal suolo, non dormiamo più a contatto con la terra e abbiamo imparato ad usare scarpe sempre più isolanti, separandoci dal contatto con Madre Terra che ha caratterizzato la nostra specie per migliaia di anni.
La struttura anatomica del nostro piede non è fatta per essere fasciata dentro le calzature: composta da ben 26 ossa, interconnesse tra loro attraverso un sistema muscolo-tendineo-fasciale estremamente complesso, soffre pesantemente in termini di dinamismo e sensibilità l’essere racchiusa in scarpe spesso rispondenti alle esigenze della moda, ma non del nostro corpo, con conseguenze negative sulla postura, su compressioni vertebrali e lombalgie.
Eppure siamo talmente disabituati ad entrare in contatto con la terra, che questa pratica, lungi dall’essere la cosa più naturale e fisiologica, diventa una difficoltà per molti, qualcosa di insuperabile per altri, per il timore di ferirsi o di entrare in contatto con insetti potenzialmente dannosi.
Ho personalmente sperimentato nel corso dei Bagni di Bosco da me guidati, quanto venga percepito come difficoltoso il momento in cui si propone di togliere le scarpe e camminare a piedi nudi nel bosco, nonostante si fosse prestato il massimo dell’attenzione alla scelta di tratti particolarmente morbidi e lisci.
Io stessa ho impiegato del tempo a superare questa resistenza, sentendomi in balia di un terreno estraneo dove ogni minima asperità mi procurava fastidio o mi faceva appoggiare in maniera innaturale, dandomi un’andatura traballante ed insicura.
Quando però finalmente si torna a familiarizzare con il procedere scalzi su Madre Terra, l’effetto percepito è “inspiegabilmente” di grande benessere e rilassamento, sensazioni che trovano conferma in numerose ricerche scientifiche, che ci restituiscono le prove del fatto che non di sola sensazione si tratta, ma di una reale modifica dei nostri parametri biologici, che fanno del camminare scalzi sulla Terra una vera esperienza terapeutica.
Immaginiamo il nostro pianeta come una gigantesca batteria che, grazie alla ricchezza di elettroni, ha una carica netta negativa: gli elettroni passano attraverso la pelle e riequilibrano, grazie ai loro effetti antiossidanti, i radicali liberi e altri prodotti nocivi generati dai nostri processi metabolici.
Oltre ad un effetto riequilibrante generale, forse stupirà che molti studi hanno dimostrato che il semplice camminare a piedi nudi sulla Terra potenzia il sistema immunitario e previene le malattie autoimmuni; sincronizza i bioritmi migliorando il sonno e normalizzando il ritmo notturno del cortisolo; riduce il dolore e lo stress normalizzando l’equilibrio tra sistema nervoso simpatico (responsabile dello stress) e parasimpatico (deputato al recupero della calma e del vigore fisico); migliora i parametri cardiaci; riduce la viscosità del sangue, favorendone la fluidificazione e lo scorrimento nei vasi, prevenendo quindi le trombosi.
Uno studio pubblicato nel 2010 sul “Journal of inflammation research” ha dimostrato che la pratica di camminare scalzi sulla Terra riduce o addirittura previene l’infiammazione in seguito a lesioni: secondo gli studiosi gli elettroni mobili che assorbiamo dalla terra generano un microambiente antiossidante intorno alla ferita, che evita danni collaterali al tessuto sano, riducendo la formazione della risposta infiammatoria e favorendo la guarigione precoce delle ferite.
A tutto ciò si aggiunge un maggiore equilibrio del corpo e muscolatura dei piedi più forte con correzione della postura e miglioramenti delle patologie dolorose a carico della schiena.
L’arte di camminare a piedi scalzi nel bosco: un piccolo esercizio
Per iniziare, scegli una superficie morbida e accogliente, che non spaventi i tuoi piedi: ad esempio una zona coperta di muschio. Abbandona l’abitudine di camminare in fretta, magari pensando ad altro. La pratica è lenta e richiede tutta la nostra concentrazione: è importante porre attenzione a dove e come mettiamo i piedi: appoggiamo la parte anteriore del piede, tastiamo il terreno davanti a noi e subito dopo appoggiamo il tallone. Stiamo! E sentiamo il collegamento con la terra sotto di noi. Procediamo lentamente. Dirigiamo tutta l’attenzione ai piedi di cui ci serviamo per tastare il terreno. Spostiamo con cautela il peso del corpo sui piedi, passo dopo passo, perché persino nel muschio possono nascondersi rametti o spine. Presto ci accorgeremo di quanto la nostra concentrazione sia rivolta al suolo, la testa si svuota di pensieri, l’attenzione è tutta rivolta al camminare: il camminare scalzi diventa perciò un ottimo esercizio di presenza consapevole.
Non solo camminare nel bosco: anche la semplice stimolazione tattile del legno ha effetti sul benessere.
Un curioso studio condotto in Giappone dai ricercatori Harumi Ikei e Yoshifumi Miyazaki, ha dimostrato i benefici salutari del contatto con un particolare tipo di legno usato largamente nei pavimenti delle case giapponesi, dove è consuetudine camminare a piedi nudi: il sugi o Cryptomeria japonica.
La ricerca ha dimostrato che il semplice contatto della pianta dei piedi con il legno, produce una serie di effetti benefici tra cui la riduzione della concentrazione di ossi-Emoglobina nella corteccia prefrontale, indice di un’attività più calma di questa parte del cervello, cosa che accade nel caso di emozioni piacevoli, mentre le emozioni spiacevoli la fanno aumentare. La corteccia prefrontale è una parte del cervello responsabile dei giudizi di ordine superiore, come la risoluzione dei problemi e i processi decisionali, che vengono attivati maggiormente, dunque, dal contatto con il legno.
Oltre che sul cervello, sono stati dimostrati effetti terapeutici sul sistema cardio-circolatorio, con riduzione della frequenza cardiaca e abbassamento della pressione sanguigna.
I ricercatori poterono concludere che la stimolazione tattile delle piante dei piedi con il legno, induceva un rilassamento fisiologico, mentre ciò non avveniva nel caso di contatto con il marmo usato come controllo.
Ritorno alla Natura
Nella teoria del “ritorno alla natura”, formulata dal dott. Yoshifumi Miyazaki, troviamo, a mio parere, le spiegazioni della risposta data dal nostro corpo al contatto con la Terra o con materiali naturali, quali il legno: le nostre funzioni fisiologiche rispondono positivamente all’ambiente naturale perché l’evoluzione umana è iniziata da un sottoinsieme di primati che vivevano in ambiente naturale, fino a evolversi nella nostra forma attuale circa 6-7 milioni di anni fa.
Meno dello 0,01% del corso dell’esistenza umana è avvenuto in ambiente urbano, per cui gli ambienti altamente urbanizzati e artificiali che abitiamo attualmente sono percepiti come altamente stressanti, mentre entriamo in uno stato relativamente rilassato quando siamo esposti a stimoli derivati dalla natura, che ci riportano al nostro stato naturale originale, che il nostro organismo ricorda.
C’è un crescente interesse per l’applicazione di terapie naturali per le persone esposte quotidianamente a condizioni di stress elevato, e in tale direzione opera la Medicina Forestale.
Una semplice piccola pratica, come quella di camminare scalzi su un prato, può avere effetti di rilassamento fisiologico insperati e se la portiamo nella nostra quotidianità come una fedele abitudine, può regalarci benessere fisico e azione antistress al solo costo di dire “grazie” a Madre Terra.
Per approfondire:
Associazione Italiana di Medicina Forestale www.aimef.net – info@aimef.net
Scuola di Medicina Forestale www.educam-medicinaforestale.com – info@educam-medicinaforestale.com
MANIFESTO della Medicina Forestale edizioni@airop.it
Eventi di Medicina Forestale con Crediti ECM per Professionisti Sanitari ecm@airop.it
Riferimenti bibliografici
1) Zavarella P, Sigismundi G . Manifesto della Medicina Forestale edizioni@airop.it
2) Zavarella P, Sigismundi G . Libretto guida per shinrin-yoku con A.I.Me.F Forest Therapy
3) Song C, Ikei H, Miyazaki Y (2016) Effetti fisiologici della terapia della natura: una rassegna della ricerca in Giappone.
4) Ikei H, Song C, Miyazaki Y (2017) Effetti fisiologici del legno sugli esseri umani: una recensione.
5) Lemke B. Piccolo manuale dello Shinrin-Yoku
6) Li Q. Shinrin-yoku. Immergersi nei boschi. Edizioni Rizzoli; 2018.7)Miyazaki Y. Shinrin-yoku. La teoria giapponese del bagno nella foresta per ritrovare il proprio equilibrio. Milano: Edizioni Gribaudo;2018.